Quattro anni dopo l ‘entrata in vigore del GDPR, il tema della protezione dei dati personali è ancora di grande attualità e ulteriori normative sono state approvate o sono al vaglio degli organi legislativi (si pensi, ad esempio, al regolamento ePrivacy). Agli strumenti di hard law si affianca una vastissima produzione di soft law, composta di linee guide, best practices, decisioni delle autorità competenti e altro ancora. Ancora, giocano un ruolo fondamentale le evoluzioni tecniche, essenziali per mantenere alto il livello delle misure di sicurezza in grado di garantire la protezione delle informazioni digitali. Persino gli equilibri geopolitici hanno trovato il modo di incidere in modo significativo in una materia che diventa sempre più complessa. Insomma, il panorama - non solo normativo, ma anche economico - appare ancora in fibrillazione e lontano dal cristallizzarsi.
Molte realtà - sia del settore privato che pubblico - faticano a comprendere la logica sottesa a questi meccanismi e, di conseguenza, stentano nell’adeguarsi. In risposta a ciò, le autorità di vigilanza hanno fatto sentire la propria voce, irrogando sanzioni multimilionarie, ottenendo, tuttavia, soltanto un effetto limitato nel sensibilizzare aziende e cittadini.
In questo contesto riteniamo necessario sviluppare anche al di fuori degli ambienti istituzionali nuove riflessioni e dibattiti sul ruolo che i dati personali hanno all’interno della società e su come la loro tutela incida direttamente sulla tutela dei diritti e sulla tutela della democraticità.
La possibilità di controllare le informazioni che ci riguardano, conoscere i diritti in materia e capire le logiche con cui i dati vengono raccolti, archiviati e processati hanno un impatto diretto sulle vite dei singoli; si pensi, ad esempio, al complesso rapporto tra social network (e lo sfruttamento che questi fanno dei dati) e la circolazione di fake news in maniera incontrollata.
Non a caso, in molti ritengono che l’Unione Europea possa essere la culla di approccio all’economia dei dati e allo sviluppo tecnologico basato sulla tutela della libertà degli individui. Una strada che deve essere certamente percorsa, ma con quali regole? E con quali obiettivi?
Sicuramente, la risposta a queste domande nuove non può che essere trovata con uno strumento antico, come quello del dibattito. Per questa ragione Officine Dati vuole essere un laboratorio in grado di sintetizzare proposte innovative ed efficaci tramite il confronto tra alcuni dei massimi esperti sui temi di riferimento.
Un principio di tutela dei diritti e democraticità per lo sviluppo delle nuove tecnologie.
Leggi tuttoProteggere sistemi e infrastrutture che contengono dati: le cose preziose si tengono al sicuro.
Leggi tuttoL’IA è già una parte delle nostre vite, ma i diritti connessi sono ancora da costruire.
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